Pelle: com’è cambiata

Pelle: com’è cambiata

Pelle: com’è cambiata

Le nostre abitudini hanno subito un notevole cambiamento negli ultimi mesi: stiamo imparando a convivere con le mascherine, alleate preziose per mantenere lo stato di salute ma che sono anche, a volte, problematiche compagne. Indossare le mascherine tutto il giorno ha portato a nuovi bisogni da soddisfare.

La pelle del viso, infatti, è più sottile rispetto ad altre zone del corpo, può essere sensibilizzata dal continuo sfregamento con la mascherina, risultare poco ossigenata e più disidratata a causa del rallentamento degli scambi cutanei limitati dall’occlusione. L’unica parte esposta è il contorno occhi, colpito dai fattori esogeni.

La nostra pelle normalmente ha una barriera formata da cheratinociti, dai lipidi intercellulari e da un sottile strato di sebo. Questi tre elementi costituiscono la barriera di protezione fondamentale da fattori potenzialmente aggressivi.

Derma ed epidermide hanno un ruolo fondamentale nella regolazione degli scambi di liquidi. Con la disidratazione l’acqua passa agli strati più superficiali evaporando dal derma agli strati più superficiali. Tale fenomeno si accentua con il riscaldamento dell’ambiente, nei luoghi chiusi e poco ossigenati portando a segni di discomfort cutaneo e irritazioni da secchezza.

L’uso quotidiano delle mascherine potrebbe creare attrito tra i bordi e gli elastici contro la nostra pelle provocando sensazione di fastidio, irritazione e bruciore.

La soluzione in questo caso sarà di donare idratazione alla pelle e fare in modo che l’acqua venga trattenuta al suo interno proteggendo la funzione di barriera. Come? Con creme e gel adatti alla pelle fragilizzata.

La condizione vissuta in questi mesi di chiusura forzata potrebbe inoltre rallentare il rinnovamento cellulare, conferendo alla pelle un aspetto più spento, quasi “grigiastro”. Ecco che sarà fondamentale promuovere il rinnovamento cellulare della pelle per aumentarne la luminosità e ritrovare un aspetto sano.

Questo periodo particolare per molte persone ha significato anche sonno disturbato e dieta irregolare. Questo può stimolare un’eccesiva produzione di sebo che può ostruire i pori. Potrebbero comparire, nelle prime fasi, comedoni chiusi e punti neri ed in seguito pori dilatati ed imperfezioni, tipiche di una pelle a tendenza acneica.

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Anche la pelle del corpo richiede nuove attenzioni: può essere più secca, può esserci stato un aumento di peso e un incremento della cellulite. Durante la quarantena l’alimentazione è cambiata, l’attività fisica si è ridotta e l’ambiente chiuso ha ridotto il rinnovamento cellulare fisiologico. Le mani, per prime, presentano più secchezza, screpolature e unghie fragili a causa dei lavaggi frequenti e della disinfezione, a volte con prodotti troppo aggressivi.

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